Intervista la Presidente della Fincopp Francesco Diomede: Diritti del paziente incontinente

17/06/2020
Intervista la Presidente della Fincopp Francesco Diomede: Diritti del paziente incontinente

L’incontinenza urinaria interessa il 10% circa della popolazione italiana ma nonostante ciò parlarne rimane un tabù non ancora superato. Una persona soffre di incontinenza quando non riesce a controllare in modo agevole la vescica. La condizione clinica può essere riconosciuta come temporanea o cronica, a seconda della causa.

Con l’avanzare dell’età, i muscoli che sostengono la vescica tendono a indebolirsi, e questo può portare a uno status di incontinenza urinaria.

Aumentano le iniziative per diffondere informazioni e accrescere la consapevolezza delle persone e degli operatori sanitari, ma l’incontinenza urinaria e fecale resta comunque una condizione di cui chi ne soffre non parla, né con il medico né con i familiari.

Ci sono molte cose che bisognerebbe sapere sull’incontinenza: come prevenirla, i fattori di rischio, come alleviarne il disturbo, quali siano i trattamenti e gli ausili disponibili, ma anche i diritti oggi riconosciuti a chi ne soffre.

Abbiamo avuto occasione di chiedere a Francesco Diomede, presidente di FINCOPP (Federazione Italiana Incontinenti e Disfunzioni del Pavimento Pelvico), di fornirci alcune informazioni sul quadro legislativo italiano in materia di incontinenza.

Che cosa prevede la legge per chi soffre di incontinenza?

L’incontinenza urinaria, nella stragrande maggioranza dei casi, non è una patologia ma è solo una condizione, la cui percentuale d’invalidità civile viene stabilita da tabelle codificate nel Decreto del Ministero della Sanità del 5 febbraio 1992.

Nei nuovi LEA, entrati in vigore a gennaio 2017, il Ministero della Salute, grazie alle nostre proteste, ha confermato con Circolare del 19 giugno 2017 – DGPROGS (per l’incontinenza urinaria, fecale e stomale) che le persone che soffrono di incontinenza e/o che effettuano cateterismo possono non presentare l’istanza di ottenimento d’invalidità civile.

In sintesi, per ottenere la fornitura di pannoloni, traverse, cateteri, condom e sacche di raccolta di feci e/o urine è sufficiente farli prescrivere dal medico specialista della struttura pubblica la prima volta e dal medico di base per quelle successive, ma per i medici di famiglia ogni regione deve stabilire tale possibilità. La prescrizione può valere sino ad un anno. Attenzione, nei nuovi LEA si ribadisce che tali dispositivi medici possono essere prescritti su semplice ricetta medica.

Vengono riconosciuti diritti al cittadino incontinente?

Giuridicamente parlando, oggi la persona incontinente non vede riconosciute le proprie difficoltà igieniche, relazionali, lavorative, sportive e sessuali.

Esistono proposte di legge finalizzate a modificare l’attuale situazione legislativa?

FINCOPP sta sensibilizzando le forze politiche ed ha stimolato una proposta di legge che preveda l’istituzione di Centri di primo, secondo e terzo livello, evidenziando l’importanza ed il ruolo che rivestono gli infermieri, le ostetriche ed i fisioterapisti nella gestione dell’incontinenza

La proposta porta inoltre in evidenza la grave carenza di bagni pubblici, che per le persone incontinenti sono vere e proprie barriere architettoniche, ma pure le condizioni igieniche in cui taluni di quelli esistenti comunque versano.Noi di FINCOPP invitiamo tutte le persone che soffrono di incontinenza a sostenere la “loro” associazione e ad iscriversi, divenendo soci o referenti locali. Abbiamo bisogno di unire le forze e gli sforzi sociali per far emergere le nostre problematiche e far approvare la “nostra” proposta di legge, per vedere finalmente tutelati diritti sacrosanti. “Nulla su di noi senza noi”: questo è il nostro motto.

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